6. LE NUBI ACCESSORIE

Le nubi accessorie sono delle formazioni nuvolose il cui sviluppo dipende da un temporale e in genere sono "fisicamente" collegate alla sua base escluso il caso della roll cloud; distinguiamo i seguenti tipi di nubi accessorie.

1) Lowering: consiste in un piccolo abbassamento nuvoloso attaccato alla base di un cumulonembo con un diametro di 1-2 km, indica la regione in cui c'è un intenso updraft e può evolvere in wall cloud. L'aria entra nel lowering sia dal lato caldo (inflow) sia da quello freddo (outflow): l’aria più fresca risucchiata dall'updraft condenserà a un livello altimetrico minore rispetto alla base originaria del Cb. Se sotto il lowering c’è calma di vento con i fractus che salgono verso l’alto e che ruotano possiamo trovarci sotto l’updraft principale (ovvero sotto una probabile wall cloud) e siamo a rischio tornado.

Un tipico lowering: la sua inclinazione può suggerire il lato da cui proviene buona parte dell'outflow
Foto di Dario Cerrone

2) Wall cloud: conosciuta come nube a muro o nube a parete, è un distinto, persistente ed isolato lowering ed è individuabile mediante il classico "scalino". Può raggiungere un diametro di 8 km e la genesi è simile a quella di un classico lowering: la nube a muro nasce per il fatto che la corrente discendente raffreddata all'interno del cumulonembo, invece di dilagare al suolo dietro al temporale come outflow, viene in parte richiamata all’interno del temporale stesso grazie al movimento rotatorio indotto dal mesociclone interno alla supercella.

L'aria fredda infiltrata condenserà ad una quota altimetrica inferiore formando dunque una nube a parete che si evidenzierà al di sotto della base del Cb principale, in genere sul settore sudoccidentale della supercella stessa (mai sul bordo avanzante). La wall cloud compare solo nelle supercelle: il tornado di solito scende dalla nube a muro, in quanto questa altro non è che l'estremità inferiore di un pericoloso mesociclone. Non tutte le wall cloud ruotano e quelle che lo fanno sviluppano con maggior rapidità il tornado; a sua volta, non tutte le wall cloud rotanti producono tornado.

Wall cloud: i rovesci più intensi si ritrovano a destra della nube
Foto di Fabio Giordano

Wall cloud: i rovesci più intensi si ritrovano a sinistra della nube
Foto di Andrea Colombo

La Tail cloud è una nube a coda più o meno parallela al terreno, attaccata alla base di una wall cloud e appare quindi come un prolungamento della stessa: rappresenta la traccia dell'aria fredda che si appresta ad entrare nel mesociclone, per cui essa si estende sempre a partire dall'area delle precipitazioni verso la wall cloud. La nube a parete con la sua coda indica l'estensione verso terra del mesociclone e compare di preferenza nei mesocicloni maturi o in decadimento quando cioè sono più elevate le probabilità di tornado.

3) Shelf cloud: conosciuta come nube a mensola, è bassa, lunga, a volte arcuata per via della spinta originata dal downdraft, orizzontale e individuabile mediante il classico "cuneo". La shelf cloud spesso è presente nella supercella: si presenta sul bordo avanzante del temporale e precede di pochissimo l'area dei rovesci di pioggia o grandine. Si forma quando il gust front solleva l'aria caldo umida davanti ad esso fino al suo livello di condensazione formando questa "mensola nuvolosa".

Shelf cloud giovane
Foto di Tito Maggioni

Shelf cloud matura
Foto di Fabio Giordano

Shelf cloud senile
Foto di Matteo Leoni

Questa nube non è provvista di movimenti rotatori (a differenza della wall cloud) in quanto avanza sotto la semplice spinta dell'outflow; è la base vera e propria della supercella a ruotare e ovviamente tutto il cumulonembo esclusa l'incudine che invece si espande. Infatti, la shelf cloud, se osservata per più minuti, tenderà ad allontanarsi dall'area delle precipitazioni (a differenza della wall cloud) tanto da poter essere confusa con una roll cloud.

4) Roll cloud: conosciuta come nube a rullo, è bassa, a volte arcuata, orizzontale, lunga, tubolare, relativamente rara e completamente staccata dalla base del temporale a differenza delle più comuni shelf cloud e delle assai più rare wall cloud. Può rappresentare un’evoluzione successiva alla shelf cloud e ruota secondo un asse orizzontale; può deviare anche dall’effettiva direttrice seguita dal cumulonembo e, in casi ancor più rari, può presentarsi col cielo sereno perché originata da una corrente di outflow proveniente da un temporale in decadimento distante parecchi km.

Roll cloud vicina alla base del temporale
Foto di Gobbi Alberto

5) Inflow tail: trattasi di una nube a forma di coda più o meno inclinata sotto la base del temporale che tradisce una forte corrente di inflow vicina ad una di outflow. Non va confusa con la tail cloud della wall cloud: infatti l’inflow tail è collegata "direttamente" alla base del temporale senza la partecipazione della nube a muro. L’inflow tail denota il lato di aspirazione del possibile tornado: nel raggio di qualche centinaio di metri dalla nube potrebbe ben presto comparire il vortice.

Inflow tail e relativa area a rischio tornado
Foto di Fabio Giordano

6) Funnel cloud: è una colonna d'aria in rotazione che non è in contatto con il terreno, che scende da un cumulonembo o congesto ed è quasi sempre osservabile come una nube a imbuto.

Funnel cloud in discesa da Cb calvus
Foto di Fabio Giordano

E’ una nube alquanto rara e può presentarsi in ogni settore del temporale che non dev’essere necessariamente una supercella: può quindi comparire nel punto d’unione tra una inflow tail e la base del Cb, sotto una shelf cloud, sotto una flanking line, sotto una wall cloud (il caso classico), sotto la semplice base del temporale non provvista di nubi accessorie e alla base di un cumulo congesto (caso quest’ultimo più frequente sopra il mare). Può evolvere in tornado e sebbene la nube a imbuto non si estenda fino al suolo il tornado può essere già attivo.

 

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