3. TIPI DI TEMPORALI IN BASE ALLA GENESI
I moti verticali, ovvero l’innesco del temporale, vengono usualmente distinti in 4 tipologie a cui corrispondono 4 tipi di temporali classificati, per l’appunto, in base alla rispettiva genesi.
A) Temporali frontali: a loro volta si originano in 3 modi.
A1) da fronte freddo: l'aria umida stagnante al suolo viene sollevata verso l'alto dal cuneo di aria fredda, così la massa d'aria può subire una rapida condensazione con lo sviluppo di Cb; i temporali si possono formare in qualunque momento del giorno ed interessano vaste aree con maltempo, una sensibile diminuzione delle temperature e sono preceduti dalla ben nota atmosfera opprimente (afa) e da un calo della pressione anche sensibile dovuto al sollevamento dell’aria caldo-umida, a cui segue pressione in brusca risalita e ottima visibilità per il rovesciamento dell’aria fredda, più pesante, dall’alto verso il basso.
A2) da fronte caldo: si generano quando la massa di aria calda ascendente la superficie del fronte caldo risulta instabile; in tal caso la pressione cala gradualmente. In estate, più il fronte caldo è consistente più è probabile che il fronte freddo successivo si riveli intenso (con maggior rischio di temporali prefrontali) a causa del maggior contrasto termico.
A3) prefrontali: si formano quasi esclusivamente nel pomeriggio e nel settore caldo di un sistema depressionario ben sviluppato dopo il transito del fronte caldo e prima dell'arrivo del fronte freddo. Poichè nel settore caldo l'aria nei bassi strati è estremamente calda ed umida (più che in prossimità del fronte freddo) si rende disponibile una notevole quantità di energia. Inoltre, a causa della presenza del sistema alpino, l'aria fredda arriva prima in quota che al suolo per cui si determina un gradiente termico verticale assai consistente che vede aria molto calda nei bassi strati e più in alto avvezione fredda già in corso.
Se poi il fronte freddo è piuttosto vigoroso e veloce esercita un effetto "spinta" che non si limita soltanto al proprio spessore effettivo, ma dilaga davanti ad esso innescando di "riflesso" cumulogenesi molto avanzate; la pressione continua a scendere per motivi sinottici (perché il fronte freddo deve ancora transitare) e tale calo non è bilanciato dall'aumento pressorio indotto dai venti discendenti associati alle precipitazioni prefrontali. Sono altresì molto pericolosi perché possono comparire dal nulla elevandosi dalla foschia e dall’afa presente inevitabilmente nei bassi strati: l’effetto sorpresa può non dare la possibilità di accorgersi in tempo utile di quanto sta avvenendo a pochi km da noi.
B) Temporali orografici: l'aria umida viene sospinta a ridosso dei rilievi dai venti dominanti, quindi la massa d'aria è costretta a sollevarsi fino a liberare la propria instabilità a seguito della condensazione. Anche i temporali orografici possono avvenire in qualunque momento del giorno e in pratica derivano dall'effetto "stau", lo stesso fenomeno che in inverno produce nevicate sui versanti esteri delle Alpi con correnti tese da nord.
C) Temporali di calore: l'aria umida stagnante nelle pianure viene resa instabile nelle ore diurne dal riscaldamento solare e in tal modo l'aria inizia a salire spontaneamente verso l'alto soprattutto se alle quote superiori è presente un anticiclone molto debole e quando la pressione al suolo non è molto elevata (all'incirca tra 1012 e 1018 mb); inoltre aria fredda in quota o deboli infiltrazioni di aria fresca dalle vallate alpine accentueranno l'instabilità. L'evento si verifica in condizioni di alta pressione perchè solo questa garantisce che la massa d'aria, costretta a ristagnare in loco dalla scarsa circolazione, possa riscaldarsi e umidificarsi sufficientemente. I temporali di calore sono in ogni caso prerogativa delle aree di pianura, specie quelle interne e a ridosso dei rilievi, e si formano solo nelle ore calde della giornata e non durano più di un'ora portando solo un temporaneo refrigerio.
D) Temporali avvettivi: in questo caso l'innesco dei moti ascensionali è provocato dallo scorrimento di aria fredda su superfici calde; sono i tipici temporali delle zone costiere per via del mare ancora caldo e che quindi sono più frequenti nelle ore notturne quando maggiore è il divario termico tra mare e terraferma.
Capita comunque spesso che al temporale contribuisca più di una delle cause succitate (es. un fronte freddo che passa nelle ore pomeridiane).