CHICCHI DA 4 CM NEL VENETO ORIENTALE

del 28 giugno 2002

a cura di Gobbi Alberto

Il transito di una veloce perturbazione atlantica a carattere freddo da NW ha innescato una serie di potenti celle temporalesche nell'Italia nordorientale grazie anche all'ancora elevato quantitativo di umidità nei bassi strati e al richiamo umido prefrontale da SE.

A Campolongo Maggiore la giornata inizia con nubi basse sparse nel cielo del tipo fractocumuli e stratocumuli, ma non mancano addensamenti più intensi di ridotte dimensioni che nella prima parte della mattinata (alle 8,30 circa) riescono ad originare la caduta di goccioloni di pioggia che si manifestano per qualche minuto assieme a un debole vento settentrionale, giusto il tempo perchè il sottoscritto consideri questo evento come una "preallerta".

Infatti, se sussistono le seguenti condizioni nelle mattinate estive, il rischio di fenomeni grandinigeni nel pomeriggio è molto elevato:

1) aria umida al suolo con vento per lo più debole

2) nubi sparse medio basse (stratocumuliformi nel loro complesso) con squarci nel cielo

3) visibilità non elevata tipica di condizioni prefrontali

4) caduta da addensamenti più intensi (ma pur sempre di ridotte dimensioni) di gocce di pioggia più grosse del normale e comunque più di quanto ci si potesse aspettare da nubi apparentemente innocue

5) le suddette precipitazioni sono effimere e si manifestano uno o due volte nel corso della mattinata (preferibilmente nella prima metà della mattina) con il sole e con cielo in ogni caso non dall'aspetto "autunnale"

Se al posto di questi "goccioloni" mattutini transita un vero e proprio temporale la situazione è potenzialmente pericolosa, in particolare se al seguito del temporale stesso il cielo schiarisce in fretta e la pressione al suolo continua inesorabile la sua discesa. Tuttavia è alquanto difficile valutare questo secondo caso, poichè il passaggio di celle temporalesche mattutine può indicare due cose:

1) il transito del fronte freddo, cioè della parte più intensa della perturbazione; in tal caso la pressione dovrebbe aumentare e gli eventuali fenomeni postfrontali essere di limitata intensità ed estensione

2) una sorta di temporali prefrontali mattutini, la cui presenza in tali ore è un segno inconfondibile di condizioni di eccezionale instabilità: in genere la pressione nelle ore successive scende o non aumenta col rischio nel pomeriggio dell'esplosione di sistemi temporaleschi di inusitata violenza

Nella fattispecie dovremmo quindi aspettarci temporali piuttosto intensi nel pomeriggio; infatti la mattinata trascorre all'insegna del cielo molto nuvoloso con afa e vento leggero settentrionale; arrivano le 13 e inizio a sentire i primi tuoni da W dove il cielo si presenta scuro, mentre verso S-SW è più chiaro per cui penso che il Cb mi sfiorerà. Accendo la radio in AM e sento scariche molto forti e abbastanza frequenti; l'eco dei tuoni intanto mi fa intendere che i fulmini scoccano a quote più basse del normale. Impossibile vedere la sommità del Cb a causa delle nubi più basse. Alle 13,20 iniziano a cadere parecchi fulmini al suolo con tuoni di inaudita violenza dal suono molto penetrante che mi preoccupano un po'.

Finchè cadono i fulmini il vento si mantiene calmo mentre prima era debole: la presenza di fulmini così intensi e la bonaccia garantiscono che mi trovo nel settore in cui l'intensità delle correnti ascensionali (updrafts) è molto elevata; tra l'altro la luminosità si è ridotta a 1/4 indice questo di nubi molto basse (regione dell'inflow). Insomma, una situazione da monitorare! Inizia a piovere abbastanza forte per neanche 10 minuti con vento debole da W: accumulo 4 mm. La situazione sembra gradatamente migliorare perchè non piove più ma ogni tanto cadono ancora fulmini molto ravvicinati; il vento è quasi scomparso. Arrivano le 13,35 quando vedo che a W e NW il cielo è di nuovo molto scuro e iniziano a sentirsi tuoni frequenti che, sommati alle "bombe" che nel frattempo cadevano ancora a pochi metri da casa, davano l'idea di un vero e proprio bombardamento.

Accendo ancora la radio in AM e sento scariche molto forti senza la minima interruzione (di intensità e frequenza doppia rispetto a mezz'ora prima): a questo punto penso si stia avvicinando qualcosa di veramente molto grosso. Inizia a soffiare un fortissimo vento da W/NW con l'attività elettrica apparentemente scemata: la base del temporale avanzante da W/NW appare molto turbolenta con fractocumuli in rapidissimo avvicinamento; il cielo si fa verde nella parte anteriore del Cb (difficile da dire, ma probabilmente non c'era shelf cloud) e iniziano fortissimi rovesci accompagnati da un outflow con raffiche sui 100 km/h; inizialmente cadono anche dei piccoli chicchi, ma ben presto in mezzo alla pioggia si notano evidenti "noci di ghiaccio" molti dei quali aventi un diametro sui 4 cm e alcuni superiore. La visibilità scende a 20 metri e davanti casa vedo cadere un grosso ramo di platano che si schianta al suolo; decido di chiudere tutto perchè temevo in sradicamenti di alberi ben più grossi.

Il ramo di platano caduto a terra (fotografato 10 minuti dopo il nubifragio)

Cambio postazione e guardo verso E in modo da evitare l'outflow: i chicchi si fanno più fitti e mantengono sempre incredibili dimensioni che mai avevo visto prima d'ora. La cosa che più mi ha colpito è che continuavano a cadere chicchi di grandine grossi 4 cm con il sole, poichè questi cadevano dalla parte posteriore (occidentale) della cella! Veramente un bruttissimo segnale indice di celle temporalesche di rarissima intensità. Mentre cadevano questi super chicchi il vento nel frattempo si era quasi calmato...veramente impressionante vedere queste palle di ghiaccio cadere nelle pozzanghere e fare spruzzi ovunque: sembrava che qualcuno dall'alto buttasse dei sassi in uno stagno. Infatti questi chicchi non scendevano a grande velocità (per l'outflow più debole dietro la cella) altrimenti avrebbero costituito un serio pericolo per l'incolumità delle persone; inoltre erano frammisti alla pioggia e non molto fitti.

Gradine e pioggia sono caduti per 15 minuti circa per un accumulo di 25 mm (dato evidentemente sottostimato a causa delle fortissime raffiche di vento). Ecco le foto che mostrano i chicchi di grandine caduti.

Chicchi di grandine sopra una foglia di platano

Chicchi di grandine più sottili in cui si nota la struttura a "cipolla"

Questo chicco aveva uno spessore di 3 mm ma un diametro di 40 mm sull'asse maggiore dell'ellisse

Grandinate di intensità pari o inferiore a quella esaminata si sono verificate nei paesi adiacenti senza però creare danni rilevanti per i motivi suddetti.

Diamo un'occhiata alle immagini del satellite per tentare di classificare questo evento temporalesco. La seguente è una foto dal satellite polare delle ore 14,11 italiane, ovvero 15 minuti dopo la grandinata; si vede che il sistema ha appena abbandonato la parte occidentale del veneziano e si muove verso levante. L'ipotesi supercella non è molto credibile al momento in cui i temporali si stavano scatenando sul Veneto.

Satellite polare ore 14,11 italiane

Infatti dalla foto qui sopra non si vedono overshooting top e le radarate delle ore immediatamente successive all'evento danno l'idea che i fenomeni temporaleschi siano ancora in fase di organizzazione nella pianura veneta.

Il cerchio indica il nucleo grandinigeno (di color giallo) che ha colpito il mio paese

Radar Emilia Romagna delle ore 15,12 italiane

Per curiosità, confrontiamo la radarata qui sopra dell'ARPA SMR con la seguente dell'ARPAV. Esse differiscono di 3 minuti nelle rispettive rilevazioni.

Radar Veneto: immagine delle 15,15 ora italiana

Il cerchio bianco nel radar Veneto (qui sopra) indica un apparente eco ad uncino; tuttavia non lo è in quanto un eco ad uncino dovrebbe mostrare riflettività molto più elevate in tutta la sue "estensione", mentre nel nostro caso il radar stima precipitazioni nell'ordine di 10 mm/h (colore celeste-verde); riflettività molto più elevate si notano nel nucleo sopra la curvatura del presunto uncino: quel piccolo settore giallo indica precipitazioni con intensità superiore a 140 mm/h. Osservando anche il radar dell'Emilia Romagna notiamo (nel cerchietto bianco) ancor meglio la notevole differenza di riflettività tra il nucleo centrale a fondoscala e quella debole linea di precipitazioni disposta secondo un asse SW-NE e ben visibile in entrambi i radar...anche troppo, come avrete capito. Si noti anche nel radar SMR una "discontinuità" a riflettività nulla tra il nucleo di massima intensità precipitativa e il proseguimento del falso eco ad uncino: questo conferma ancor più che non ci troviamo in presenza di una supercella, in quanto è impensabile che una circolazione mesociclonica manifesti in un suo settore un'assenza totale di precipitazioni.

Certamente quella linea di precipitazioni a bassa reflettività è dovuta ad annuvolamenti secondari, presumibilmente ad un "maldestro" tentativo di flanking line non andato a buon fine. Invece ad est della costa veneta, ovvero sul mar Adriatico, le celle temporalesche sarebbero degenerate nel giro di un paio d'ore a costituire una vera e propria supercella con tanto di eco ad uncino, overshooting top e flanking line come poche se ne vedono nel territorio italiano.

Ecco dal bispettrale l'enorme supercella con la flanking line:

 

 

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