L'OSSERVAZIONE CRITICA DEL CUMULONEMBO

a cura di Gobbi Alberto

I CIRRI FALSI

Una volta che il cumulo congesto è "maturo", alla sommità accade un fenomeno di estrema importanza: le protuberanze scompaiono in quanto la parte alta della nube si ghiaccia assumendo una forma sfilacciata ed indefinita, simile a nubi cirriformi: sono i cosiddetti "cirri falsi" che spesso conferiscono alla nube la classica forma ad incudine o imbuto. Descrivendo le nubi presenti in una data zona, rivestono notevole importanza anche le nubi cirriformi, soprattutto in estate e ancor di più nelle regioni e nei periodi a rischio temporali: perciò andrebbe citato più spesso di che cirri si tratta per far capire che tipo di tempo è in atto su una zona.

Per quanto riguarda i cirri falsi, ovvero quelli generati dalle vecchie incudini temporalesche, sono anch'essi classificati ed hanno pure il nome ufficiale: "cirrus spissatus cumulonimbogenitus". Il suffisso "cumulonimbogenitus" lo si può omettere se gli spissatus derivano da floccus (appartenenti ai cirri veri) o simili, perché esistono anche cirri molto spessi (e addirittura dotati di ombre proprie) che non sono generati da temporali.

Cirri falsi in fase di distacco da un'incudine ormai senescente
Photograph courtesy Michael Bath and Jimmy Deguara Australian Severe Weather

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I cirri falsi solitamente si presentano con queste caratteristiche che li differenziano dai cirri autunnali/invernali:

1) spesso sono più densi dei classici cirri e quindi di un colore più giallo-scuro

2) si presentano dal tardo pomeriggio/sera, quando comincia a diminuire il gradiente termico verticale e quindi il carburante per i temporali

3) cominciano la loro invasione da un ben preciso punto del cielo, cioè da quella zona occupata dalla cella temporalesca ormai senescente

4) si dissolvono in tempi brevi e faticano alquanto ad invadere tutta la volta celeste, proprio perchè dipendono da fenomeni locali (i temporali) e non da un fronte caldo o comunque da perturbazioni estese per migliaia di km. Su quest'ultimo punto, capita a volte che la mattina successiva ad una notte di temporali ci alziamo e troviamo ovunque nubi cirriformi più o meno dense disperse in tutta la volta celeste: molto probabilmente, si tratterà ancora di cirri falsi dovuti a incudini dissoltesi la notte stessa.

I cirri falsi non avanzano secondo una comune direttrice come avviene per i classici cirri, ma ogni "malloppo" di cirri falsi dipende dalla cella da cui essi hanno avuto origine e quindi si muovono in maniera abbastanza irregolare; non forniscono informazioni sufficientemente precise sull'intensità o sullo spostamento dei temporali al pari dei classici cirri che indicano, quand'è vero, l'avanzata di una perturbazione atlantica: l'informazione resta sempre troppo generale. Lo stesso dicasi per le scie di condensazione degli aerei (cirri artificiali) di cui riporto un esempio.

Trails o contrails all'alba, ovvero scie di aerei
Foto dell'autore (13 ottobre 2001)

La comparsa dei cirri falsi dopo un periodo caldo e afoso (generalmente da N-NW in Pianura Padana, a partire cioè dai temporali sui rilievi) indica una probabile ondata temporalesca presumibilmente con fenomeni intensi.

 

Vari criteri per stimare l'intensità del temporale

Un cumulonembo ad incudine potrebbe indicare un temporale di forte intensità: per capirlo, è necessario valutare la compattezza, l'estensione, il colore e il movimento della struttura sia del corpo verticale del Cb sia della sua incudine.

Ad esempio, la velocità di avanzamento del temporale, in linea generale, è direttamente proporzionale all’intensità dello stesso e inversamente proporzionale alla sua durata, soprattutto per quel che riguarda la forza delle correnti discensionali che si rivelano sottoforma di venti a raffiche. Se il fronte temporalesco appare statico, verosimilmente esso ci sta sfiorando oppure si sta scaricando in quella zona esaurendo così sul posto la sua "propulsione". Quando un temporale ci sfiora nella nostra zona può arrivare un "colpo di vento" più fresco anche se splende il sole: questa raffica è l'outflow del temporale e ciò indica che molto probabilmente in quella zona è piovuto o grandinato.

Capire l’intensità della manifestazione temporalesca mediante il colore e lo spessore sia della base sia delle bande di idrometeore è importantissimo, perché su quei 10-15 minuti (ma spesso sono meno!) che precedono lo scatenarsi della furia degli elementi possiamo elaborare una previsione a brevissimo termine di elevata affidabilità. Se le bande dei rovesci sono dense ma senza attività elettrica nelle immediate vicinanze, è probabile che il temporale arriverà scarico, quindi con scarsi fenomeni; oppure può essere che il sistema si stia formando proprio nelle vicinanze per poi intensificarsi mentre si allontanerà assumendo così tutti i "connotati" da temporale grazie all’acquisita attività elettrica. Se le rain curtain invece non permettono di vedere nient’altro oltre le stesse e c'è attività elettrica in zona, allora è imminente un forte rovescio.

Capita a volte di osservare una colorazione giallastra alla base dei cumulonembi: è più o meno lo stesso fenomeno che porta alla colorazione verdastra delle nubi in procinto di scaricare grandine o biancastra relativamente alle bande di precipitazioni nevose o grandinigene. Tuttavia queste ultime circostanze si verificano in genere quando l'ammasso nuvoloso è abbastanza vicino; da più lontano si vedrà un mix delle colorazioni che daranno una tinta tendente al giallo. Inoltre il predominio del giallo dipende spesso dalla colorazione delle imponenti incudini o overshooting top supercellulari la cui luminosità si riflette verso il basso sulla parte inferiore delle celle. Naturalmente non sempre accade, ma in condizioni di buona luminosità si ha sovente questo effetto. Altro discorso invece riguarda una colorazione "eccessivamente" gialla nella parte sottostante la base della nube che, specie se isolata, deriva dalle schiarite a posteriori che lasciano filtrare una piccola quantità di luce solare attraverso la cortina di precipitazioni; in tal caso non ci si trova in presenza di supercelle o intense celle temporalesche.

Quando la base del Cb assume una colorazione verdognola sono elevate le probabilità di grandinate accompagnate da burrasche di vento: il colore verdastro dipende dalla più o meno grande mole di chicchi che stanno per precipitare dirigendosi verso la parte bassa della nube; la tonalità verdastra è data da un gioco rifrattivo che è originato dalla luce mentre attraversa i chicchi in fase di parziale fusione (nella parte della nube a temperature positive o intorno a 0°C). Le bande di colore bianco indicano rovesci di neve o grandine che, in questo caso sono già fuoriusciti dalla base della nube e sono in viaggio verso il suolo; in tal caso essi sono visibili e non "filtrati" dalla luce attraverso la massa nuvolosa, per cui il colore è più vicino a quello reale e cioè bianco. Sovente nei temporali primaverili o di tardo autunno i rovesci possono essere nevosi fino a quote relativamente basse, e quindi le bande saranno bianche fino ad un certo punto per poi diventare grigiastre a fusione avvenuta. Se in estate vediamo bande bianche fino al suolo la grandine è certa al 100%.

Rovesci di grandine evidenziati dalle bande biancastre (hail curtain)
Photograph courtesy Michael Bath and Jimmy Deguara Australian Severe Weather

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Inoltre se da nubi di ridotte dimensioni come fractocumuli o stratocumuli/altocumuli/cumuli cadono gocce di pioggia con tempo comunque soleggiato e aria umida al suolo, il rischio di temporali di forte intensità è molto elevato. In particolare, è un segnale di aria molto fredda in quota con rapido ghiacciamento a quote relativamente basse di masse nuvolose anche ridotte, permettendo così la produzione di germi cristallini in numero sufficiente per produrre sia pure deboli precipitazioni.

Nubi cumuliformi come congesti e Cb a contorni ben definiti in cielo fosco ed atmosfera afosa sono spesso indice di temporali imminenti e di forte intensità a carattere grandinigeno; se i cumuloni invece si presentano in aria secca con visibilità ottimale i rovesci generalmente sono deboli o assenti nonostante il cielo scuro. Tuttavia la presenza di aria fredda e secca post-frontale, che rende la visibilità per lo più ottima, non preserva dal possibile sviluppo di attività temporalesca di una certa consistenza, sebbene le condizioni termodinamiche non siano favorevoli così come quelle che si osservano davanti od in concomitanza al transito di un fronte freddo.

Il fatto è che l'aria fredda postfrontale spesso è caratterizzata da andamento "pulsante", ovvero l'avvezione non si presenta in modo omogeneo, ma piuttosto a successivi brevi impulsi che si susseguono, talora in grado di generare piccoli fronti freddi secondari (fenomeno frequente in Valpadana dopo il transito del fronte principale); in corrispondenza a tali impulsi si possono creare le condizioni necessarie per lo sviluppo di temporali, poichè l'aria si raffredda ulteriormente in quota, mentre al suolo si generano aree in cui l'aria converge (stimolata dal transito di tali onde in quota) e viene fatta salire molto rapidamente complice il comunque notevole riscaldamento radiativo. La probabilità di attività temporalesca aumenta se gli impulsi freddi in quota corrispondono a piccoli cavi d'onda (deboli saccature mobili in seno alla corrente principale) in cui davanti all'asse del cavo stesso esistono le condizioni affinchè la vorticità assoluta si incrementi (efflusso maggiore dell'afflusso).

Stanti tali condizioni lo sviluppo di celle è tranquillamente possibile anche in presenza di aria secca, la quale impiegherà maggiori distanze verticali per raggiungere la saturazione (con base dei Cb più elevata); ma raggiunta quella la crescita dei Cb può divenire notevole lungo la linea di discontinuità in quota. In questi casi i temporali possono generare grandine di dimensioni non eccezionali ma che ha ottime probabilità di giungere al suolo, vuoi per la presenza di aria fredda (che conserva meglio i chicchi), vuoi per la secchezza dell'aria stessa (molte gocce di pioggia evaporeranno nell'aria secca andando a sublimare sui chicchi già formati); inoltre l'elevata evaporazione delle gocce sotto la nube genera il noto fenomeno del calo termico evaporativo che limita la fusione dei chicchi (è lo stesso principio per cui in inverno con aria molto secca può nevicare anche a temperature discretamente positive). Chiaramente le possibilità temporalesche sono superiori quando nei bassi strati vi sia aria molto calda ed umida, ma in determinate condizioni postfrontali diminuendo il contributo termoconvettivo aumenta quello dinamico.

 

L'incudine del cumulonembo

Notevole importanza riveste anche l'osservazione critica dell'incudine, seppure questa formazione nuvolosa possa al massimo produrre qualche debole pioggia. L'autore tenterà di dare alcuni suggerimenti in modo che l'esperienza dell'osservazione dal vivo alla lunga permetterà a chiunque di capire al primo colpo l'intensità del temporale che stiamo guardando.

Enorme incudine vista dal basso con cumuli medi al di sotto della stessa; notate sulla sinistra il corpo verticale del cumulonembo (torre dell'updraft)
Photograph courtesy Michael Bath and Jimmy Deguara Australian Severe Weather

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L'incudine ci dà informazioni sull'età e sull'organizzazione del temporale che l'ha formata, in particolare sulla forza e persistenza del cumulonembo. Se l'incudine è sottile, sfrangiata in cirri falsi e coperta di ghiaccio allora l'updraft del sistema è debole.

Incudine ben formata ma notate l'esile corpo verticale del Cb: il temporale non è forte
Photograph courtesy Michael Bath and Jimmy Deguara Australian Severe Weather

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Esempio di un'incudine molto debole, sfilacciata e sottile

Scarsa uniformità alla sommità dell'incudine indica una crescita intermittente ed irregolare del Cb, mentre un'incudine larga e allungata in una particolare direzione indica forti venti ai livelli superiori: si tratterà molto probabilmente di temporali ad asse obliquo in cui le precipitazioni non infastidiscono l'attività dell'updraft.

Il lato sopravvento dell'incudine è quel settore che può estendersi in direzione contraria al flusso in quota (back sheared anvil) e indica una rapida espansione dovuta alla presenza di updrafts molto intensi. Ad esempio, se il temporale si muove verso E, la parte più allungata dell'incudine sarà ad E dello stesso temporale (sottovento) e si allungherà verso E, mentre la back sheared anvil sarà ad W del temporale e tenterà di allungarsi verso W. In genere, l'incudine sottovento è sottile e allungata, invece l'incudine sopravvento è molto grossa, arrotondata e assai più corta.ve

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Back sheared anvil dalla tipica forma arrotondata presente sul lato sopravvento del temporale che si muove verso sinistra
Photograph courtesy Michael Bath and Jimmy Deguara Australian Severe Weather

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Temporali molto forti sono indicati anche da una ripida o quasi verticale massa di nubi "in ebollizione" sulla parte posteriore del sistema, ovvero sotto la back sheared anvil. Com'è intuibile, se l'incudine sul lato sopravvento continua a svilupparsi, ciò sta a significare che gli updrafts sono veramente molto intensi, tanto da riuscire a contrastare efficacemente i venti contrari della level guide (venti dominanti della media troposfera). Infine, una nuova porzione di incudine che si forma sopra un'incudine più vecchia può indicare l'inizio di una fase di forte maltempo, in cui tutti gli aspetti del temporale saranno accelerati ed esaltati.

In alcuni casi capita che le incudini si formino "in anticipo", ovvero prima che il corpo verticale della nube cumuliforme sia ben strutturato. Questo indica condizioni di estrema instabilità e una situazione molto evolutiva.

Ghiacciamento "anticipato" alla sommità di un congesto: elevatissima instabilità
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Un'incudine che piuttosto di dissolversi regredisce in nubi del tipo stratocumuli (o comunque nubi medie) può indicare 2 cose:

1) presenza di venti piuttosto sostenuti in quota ma in genere poco instabili (nuova avvezione calda susseguente a precedente irruzione fredda); l'incudine si distenderà con l'asse maggiore nella direzione in cui spira il vento in quota.

2) strutturazione di uno strato inversionale in quota (sempre per l'avvezione di aria calda con venti più deboli) abbastanza grosso, tale da schiacciare l'incudine al di sotto dell'inversione stessa prima che avvenga il dissolvimento. In questo caso lo schiacciamento e la dispersione dell'incudine avranno forma più circolare

Non avviene molto spesso poichè nella maggior parte dei casi prima che sopraggiunga una nuova avvezione calda, l'atmosfera si è già stabilizzata con gradualità senza lo sviluppo di nuvolosità cumuliforme; quando invece succede siamo in presenza di una situazione molto dinamica e c'è da attendersi nuvolosità stratificata da scorrimento caldo dopo poco tempo, indice di onde frontali che si succedono con significativa rapidità.

 

MAMMATUS E KNUCKLES: NUBI SIMILI DALLA DIFFERENTE GENESI

I due tipi di formazioni nuvolose che andremo ad esaminare hanno entrambe come sede di sviluppo l'incudine di un cumulonembo: anche se appaiono simili, la loro genesi è diversa come diversi sono gli indizi che essi ci forniscono riguardo l'intensità del temporale considerato.

1) Mammatus: quando gli updrafts portano parte delle precipitazioni verso l'alto, l'aria alla sommità del Cb perde gradualmente tutta la quantità di moto e si estende orizzontalmente in tutte le direzioni divenendo parte dell'incudine stessa. Infatti l'aria nell'incudine, specie se in avanzato stadio di sviluppo, si è già raffreddata abbastanza da non poter più salire: se poi l'incudine si avvicina alla stratosfera allora i moti discendenti saranno ulteriormente favoriti dal momento che da quella quota la temperatura ambiente comincia ad aumentare.

Quest'aria trasportata dall'updraft contiene una maggior concentrazione di cristalli di ghiaccio e goccioline d'acqua, quindi diverrà satura, più fresca e più pesante di quella circostante: ogni mammatus rappresenta un potenziale piccolo rovescio che però non raggiunge il suolo evaporando prima di arrivarci sia per l'aria più secca sottostante sia per l'aumento termico indotto dai movimenti discendenti stessi che dissolve la massa nuvolosa; si presentano sia sottovento sia sopravvento all'incudine, preferendo di gran lunga quest'ultimo settore, motivo per cui a volte possono inscenare uno straordinario spettacolo grazie all'assenza di nubi basse nella parte posteriore del temporale.

Mammatus sulla parte inferiore dell'incudine: notate come i bordi della stessa non siano interessati da queste formazioni
Photograph courtesy Michael Bath and Jimmy Deguara Australian Severe Weather

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Le mammatus a volte possono indicare temporali di notevole violenza poichè la loro presenza a volte è sintomo di precedenti forti sollevamenti e di probabile raggiungimento della tropopausa da parte del Cb che li genera. Tuttavia queste formazioni possono benissimo presentarsi anche in temporali in fase di dissolvimento e in tutti i Cb non intensi: quest'ultimi potrebbero formare una incudine "prematura" a quote più basse del normale, magari per la presenza di un'inversione termica sui 4000 metri, con la conseguente formazione di mammatus; in tal caso il temporale non sarà intenso per il ridotto spessore del cumulonembo.

2) Knuckles: si tratta di piccole sporgenze ricche di protuberanze lungo i bordi di una grossa incudine che corrispondono a separati updraft pulsanti. Possono formarsi anche sulla parte inferiore e limitrofa dell'incudine, mentre le mammatus preferiscono la parte inferiore "centrale ed interna" dell'incudine. Per questo motivo i knuckles possono essere individuati anche a qualche decina di km, mentre le mammatus si vedono generalmente solo quando l'incudine è sopra di noi (fatto salvo il caso di incudini illuminate dalla luce rasente del tramonto o dell'alba).

Incudine con knuckles sul bordo di una supercella tornadica (F2) in Oklahoma nel maggio 2001
Foto di Timothy Williams di Stormchsr77

I knuckles quindi non sono le mammatus e di solito appaiono sul lato sopravvento dell'incudine, ovvero in quel settore che si estende in direzione contraria al flusso in quota, e indicano una rapida espansione del Cb dovuta alla presenza di updrafts molto intensi. Ad esempio, se il temporale si muove verso E, la parte più allungata dell'incudine sarà ad E dello stesso temporale (sottovento) e si allungherà in tale direzione, mentre il settore sopravvento sarà ad W del temporale e tenterà di allungarsi verso W. In genere, l'incudine sottovento è sottile e allungata, invece l'incudine sopravvento è molto grossa, arrotondata e assai più corta.

Evidenti knuckles sulla parte inferiore e limitrofa dell'incudine
Foto di Anthony Cornelius di www.bsch.au.com

I knuckles, se numerosi e ben sviluppati, indicano che il temporale è con molte probabilità di tipo grandinigeno e la loro comparsa dipende direttamente dagli updraft. Le mammatus sono più inaffidabili riguardo le possibilità di grandinate e tornado poichè la loro comparsa dipende solo indirettamente dagli updrafts.

OVERSHOOTING TOP

In casi abbastanza frequenti al di sopra dell'incudine di un cumulonembo può irrompere una protuberanza dall'aspetto inizialmente cumuliforme, generata da un potente updraft che irrompe nella stratosfera. Questa sporgenza si chiama overshooting top o cupola ed è un buon indice per valutare l'intensità del temporale che stiamo controllando. In pratica, la cupola deriva da updraft molto veloci che non fanno in tempo a ghiacciarsi o ad appiattirsi.

Overshooting top che sfonda l'incudine: questo temporale ha prodotto grandine grossa come palle da golf
Foto di Jason Boggs di SEVERESTORMCHASER

Overshooting top in fase di ghiacciamento di un violento temporale
Photograph courtesy Michael Bath and Jimmy Deguara Australian Severe Weather
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Vale certamente la pena di chiarire un attimo il significato di queste cupole che sfondano l'incudine: non sempre cupole torreggianti indicano moti rotatori all'interno della cella, anzi il più delle volte non accade. Tentando di generalizzare, si può dire quanto segue:

1) una persistente o estesa cupola spesso è indice di supercelle attive. Se la cupola è larga e persiste per oltre 10 minuti si parla di anvil dome e indica elevato rischio di fenomeni molto intensi come violente grandinate su vaste aree. I tornado spesso raggiungono lo stadio di massimo sviluppo (maturità) quando la cupola inizia a collassare.

2) una cupola di breve durata o che si forma e si dissolve in più cicli può indicare rispettivamente la presenza di una pulse storm o di una cyclic storm.

2a) la pulse storm è un temporale che in un brevissimo lasso di tempo produce una forte corrente ascensionale (updraft), durante e immediatamente dopo la quale il Cb produce forti episodi di maltempo. Questi temporali generalmente non producono tornado, ma spesso sono causa di gravi danni per estese grandinate o forti venti discensionali (downbursts).

2b) la cyclic storm è un temporale che subisce cicli di indebolimento e intensificazione mantenendo la sua individualità. Supercelle cicliche sono capaci di produrre tornado multipli o potenti downbursts.

Overshooting top che proietta la sua ombra sulla superficie dell'incudine (satellite bispettrale)

Sempre in merito alle cupole, non confondetevi con nuovi Cb in fase di sviluppo davanti all'incudine principale (cioè tra noi e la possibile supercella): essi, infatti, per effetto di prospettiva, danno l'idea di superare in altezza l'incudine stessa e potrebbero essere scambiati come le torri che supportano l'ipotetica cupola.

Cb calvus più giovane davanti a un vecchio Cb incus: è un temporale multicella con due celle in differenti stadi di sviluppo, ma è una situazione che potrebbe erroneamente far pensare ad una cupola
Foto dell'autore (25 settembre 2001)

 

BONNET E PILEUS

I bonnet sono molto affini ai pileus che si vedono spesso in cima ai congesti in fase evolutiva verso i Cb calvus. La genesi è la stessa: semplicemente, le nubi bonnet sono di aspetto filamentoso ovvero un pò più consistenti rispetto ai pileus. Il termine significa letteralmente "berretto", "cappuccio" per la forma che conferiscono alle sommità delle nubi sottostanti. Pileus e bonnet si formano allorquando l'aria ancora stabile che sta immediatamente sopra un congesto od un Cb in fase embrionale, viene spinta dal congesto stesso, in estensione verticale, attraverso il proprio livello di condensazione. Si forma così un velo nuvoloso molto tenue e della durata di pochi minuti (a volte secondi) che sovrasta quasi a contatto la sommità della nube (assomiglia ad un lenticolaris).

Formazione di un pileus sopra un grosso congesto in rapida evoluzione verso Cb calvus e successivamente Cb incus
Foto dell'autore (24/9/2002)

Il pileus è indice di vigorose correnti ascensionali in seno al cumulo congesto o Cb, ed il modo in cui esso si forma è simile alla genesi di altocumuli lenticolari, solo che in questo caso la "cresta dell'onda" non è generata da un rilievo orografico, bensì dal congesto o Cb stesso. Indicano comunque la possibilità di forti temporali nelle prossime ore.

 

LA PARETE DEL CUMULONEMBO

Il controllo delle pareti del cumulonembo è importante quanto quello dell'incudine. Tuttavia, per questo aspetto, serve molta esperienza dal vivo in quanto si tratta di "scovare" dei particolari che ben difficilmente si notano al primo colpo. Questo vale anche per i più esperti "nefologhi".

Osserviamo queste due foto: la presenza di "sfilacciamenti" (fractocumuli) in un congesto o Cb calvus che tenti di evolvere in temporale (Cb incus) denota in genere lo scarso gradiente termico verticale, ossia l'assenza di aria sufficientemente fredda alle quote più alte o di aria caldo-umida al suolo.

Le pareti di questo Cb calvus si stanno rapidamente sfaldando perchè il sole sta tramontando
Foto: Alessandro Bruscagin da Modena

Qui serve molta esperienza per comprendere al meglio il discorso...è comunque una piccolezza, ma che si rivela molto importante in quanto questi "dettagli" si evidenziano quando il temporale (già attivo o in formazione) è molto vicino, quindi è possibile elaborare una previsione a brevissimo termine molto affidabile. Ritengo necessario puntualizzare quanto segue:

1° caso: gli sfilacciamenti (fractus) si presentano nei cumuli medi in evoluzione verso i congesti. In tal caso il tempo è instabile con presenza di aria fredda in quota. Elevato rischio di temporali a brevissimo termine.

2° caso: gli sfilacciamenti (fractus) si presentano nei congesti in evoluzione verso i Cb calvus; la situazione è incerta e potrebbe mutare in meglio o in peggio. Solitamente indica scarsa instabilità

3° caso: gli sfilacciamenti (fractus) si presentano nel Cb calvus in evoluzione verso il Cb incus: l'eventuale quanto improbabile temporale in formazione sarà di debole intensità.

Cb calvus a struttura fibrosa in fase di ghiacciamento senza sfilacciamenti
Photograph courtesy Michael Bath and Jimmy Deguara Australian Severe Weather
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RIEPILOGO: L'ANALISI VISIVA DEL CUMULONEMBO

Seguono alcune utili indicazioni, distinte secondo la lontananza del Cb sotto osservazione: da lontano ne vedremo la sommità e in parte il corpo verticale, da vicino vedremo soprattutto la sua base. Ovvio che in caso di elevata visibilità si potrà apprezzare il cumulonembo nella sua interezza con incudine, parete, base e relative precipitazioni al di sotto di quest'ultima.

1) Sommità del cumulonembo: la presenza di knuckles indica elevate probabilità di fenomeni grandinigeni anche violenti; tuttavia la loro assenza non esclude questa eventualità: nel caso di temporali ad asse obliquo, di supercelle e di cluster con celle senescenti l'enorme incudine può non mostrare ai suoi bordi i knuckles.

Com'è intuibile, se l'incudine sul lato sopravvento (back sheared anvil) continua a svilupparsi, ciò sta a significare che gli updrafts sono veramente molto intensi, tanto da riuscire a contrastare efficacemente i venti contrari della media troposfera; il temporale sarà di forte intensità. Una incudine sottile e sfilacciata indica che il temporale ha superato anche la fase di maturità: i fenomeni sono in fase di esaurimento.

La presenza sopra la superficie piatta dell'incudine di cupole dall'aspetto cumuliforme (le cosiddette overshooting top) tradisce la presenza di un potente updraft con possibilità di violente grandinate, downburst e tornado nell'area in questione: in pratica, la cupola deriva da updraft molto veloci che non fanno in tempo a ghiacciarsi o ad appiattirsi.

Il pileus è una nube a forma di berretto o cappuccio e si forma quando l'aria ancora stabile che sta immediatamente sopra un Cu congesto od un Cb calvus viene spinta dalla nube stessa, in estensione verticale, attraverso il proprio livello di condensazione. Si forma così un velo nuvoloso molto tenue e della durata di pochi secondi che sovrasta quasi a contatto la sommità della nube: indica l'imminente formazione del Cb incus e quindi del temporale.

2) Corpo verticale del cumulonembo: la presenza di "sfilacciamenti" (fractocumuli) sulle pareti di un Cu congesto o Cb calvus che tenti di evolvere in temporale (Cb incus) denota in genere lo scarso gradiente termico verticale, ossia l'assenza di aria sufficientemente fredda alle quote più alte. Invece, di solito, la presenza di questi brandelli sulle pareti di un Cu medio in evoluzione verso un Cu congesto indica instabilità la cui intensità sarà tutta da quantificare mediante la presenza o meno di altri Cb calvus-incus già formati nelle vicinanze.

3) Base del cumulonembo: se le bande dei rovesci sono dense ma senza attività elettrica è probabile che il temporale arriverà scarico; oppure può essere che il sistema si stia formando proprio nelle vicinanze per poi intensificarsi mentre si allontanerà assumendo così tutti i "connotati" da temporale grazie all'acquisita attività elettrica. Se le bande invece non permettono di vedere nient'altro oltre le stesse e c'è attività elettrica in zona, allora è imminente un forte rovescio.

In estate, bande di precipitazione biancastre indicano grandine in caduta al suolo, una base verdognola indica anch'essa grandine (anche se in parziale fusione), una base giallastra può indicare due cose: il riflesso verso il basso della luce solare operato dalle overshooting top e dalle incudini oppure le schiarite in avanzata dietro la cortina di precipitazioni; nel primo caso avremo un temporale potenzialmente intenso con grandine, nel secondo un temporale di intensità medio-bassa o bassa.

La presenza di grosse nubi accessorie come shelf cloud e roll cloud sotto la base del Cb indica un temporale con correnti termoconvettive sostenute e ben organizzate e quindi concrete possibilità di fenomeni anche intensi o estesi su un'area insolitamente ampia (idem per la flanking line).

La forma della base e la sua apparenza non è un buon indicatore riguardo l'intensità dei fenomeni: dipende da caso a caso. In linea generale, comunque, una base molto turbolenta indica un temporale giovane o in fase di maturità con fenomeni anche intensi. Attenzione a non confondere la base del temporale con la base dell'eventuale nube accessoria: non sono la stessa cosa.

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e l'incudine è a bordo liscio (non si disperde in cirri falsi), grossa e di apparenza cumuliforme il temporale è dotato di un potente updraft in fase di espansione e quindi i fenomeni saranno intensi.