SUPERCELLE SULLA SICILIA ORIENTALE
Analisi sinottica
del 28 agosto 2002
a cura di Gobbi Alberto e con il contributo di Pierluigi Randi di Meteoromagna
In questa pagina verranno analizzate le cause sinottiche che hanno portato alla formazione in contemporanea di due supercelle sulla costa orientale della Sicilia. Essendo questo un evento in cui la corrente a getto ha giocato un ruolo determinante, un breve richiamo ai cosiddetti temporali ad asse obliquo: in essi l'asse della corrente ascensionale caldo-umida è inclinato sotto l'azione dei forti venti in quota. Quindi l'attività convettiva di queste correnti non è ostacolata dai venti freddi discendenti all'interno del cumulonembo stesso: il flusso in ascesa quindi persisterà per più tempo e la torre temporalesca salirà sempre più di quota con maggior probabilità di fenomeni intensi. Visivamente si osserverà una incudine molto allungata con le precipitazioni più intense concentrate all'inizio della stessa.
Dalla mappa AVN a 500 hPa (circa 5500 m di altezza) riferita alla notte tra il 26 e il 27 agosto 2002 si nota un cut-off termodinamico sulla penisola iberica causato dalla precedente discesa di un asse di saccatura dal Nordatlantico all'Europa nordoccidentale: come molte volte accaduto nell'estate 2002 il promontorio anticiclonico subtropicale atlantico puntando verso NE è andato a collegarsi col massimo di pressione presente sulla Scandinavia. La creazione di tale ponte anticiclonico in quota è stato all'origine del "taglio" di un cut-off dalla saccatura generatrice (a mano a mano che i due centri anticiclonici si avvicinano la saccatura si "strozza" fino al distacco di un cut-off); come quasi sempre accade si è avuto prima il distacco di un minimo di geopotenziale in quota (tear-off) e subito dopo di un minimo termico (cut-off completo), il tutto in successivo movimento verso levante.
Mappa AVN a 500 hPa delle ore 2 italiane del 27 agosto 2002 (cliccarci sopra per avere una migliore risoluzione)
Il cut-off in questione si era formato circa 36-42 ore prima rispetto alla comparsa delle supercelle sicule: esso avrebbe poi innescato la formazione di una corrente a getto sul Mediterraneo occidentale concausa a sua volta dell'attivazione dei due temporali mesociclonici. Infatti l'insorgere del getto è normalmente favorito dall'accentuazione del gradiente termico orizzontale nella zona di contatto tra due circolazioni di matrice opposta: così come il getto polare è particolarmente vivace nella circolazione atlantica quando l'alta subtropicale è robusta convogliando aria calda verso NNE, ed il vortice polare è piuttosto profondo con richiamo verso SSE di aria fredda (il getto si originerà nella zona di contatto tra le due masse d'aria ove maggiori sono i contrasti termici su distanze ravvicinate), anche il getto in questione (di origine subtropicale) viene attivato dal movimento verso l'Italia centrale del cut-off ciclonico originatosi in precedenza su penisola iberica, con conseguente raffreddamento in quota su quelle zone, mentre la fascia anticiclonica subtropicale ad asse zonale presente sul Nordafrica non subisce particolari contrazioni verso S.
Ne deriva un acuirsi del gradiente termico orizzontale a quelle quote, con inevitabile intensificazione del flusso, individuabile nella seguente mappa da un infittimento delle isoipse a 300 hPa (circa 9500 m di altezza) tra la Sardegna ed il Nordafrica. La Jet Stream è ben visibile sempre in questa BOLAM a 300 hPa: la scala a destra rappresenta la velocità in m/s del vento a quella quota: si nota che alle 12 GMT (14,00 italiane) il core del getto (valore centrale inteso come il "nocciolo" con la massima intensità del vento) è posizionato a SW della Sardegna e tende a scorrere rapidamente verso E in direzione della Sicilia alla velocità di circa 48-50 m/s che corrisponde a 93-97 nodi (172-180 km/h). Nelle successive 3-6 ore il core transiterà sulla Sicilia incrementando sensibilmente la divergenza in quota sopra l'isola stessa.
Mappa BOLAM a 300 hPa delle ore 14 italiane del 28 agosto 2002 (cliccarci sopra per avere una migliore risoluzione)
Il satellite polare evidenzia 3 temporali sulle coste siciliane orientali di cui 2 classificabili come supercelle (quello più a S sembra non esserlo a giudicare dal radar): le incudini sono spazzate verso E dai fortissimi venti propri della Jet Stream: un caso eclatante di temporali ad asse obliquo. Il satellite potrebbe trarre in inganno facendoci pensare ad esempio a delle linee temporalesche per vie delle incudini particolarmente "allungate", ma il radar di Sigonella mostra tutt'altra conformazione temporalesca.
Satellite polare ore 14,53 italiane
In questa scansione si osserva la supercella con il mesociclone che attornia la città di Siracusa (ore 14,33 italiane)
In questa scansione si nota l'evidente uncino posto ad E dell'Etna (ore 15,21 italiane)
Le supercelle in questione hanno prodotto rovesci di forte intensità, in particolare nel siracusano ove a N della città stessa è stato avvistato anche un tornado (ragionevolmente di origine mesociclonica) che fortunatamente non ha provocato danni a persone o cose.
Entrambe le supercelle si sono sviluppate sulla costa poichè quasi sicuramente l'input sulla Sicilia orientale avviene a causa di una zona di convergenza al suolo (nel nostro caso saccatura aperta senza chiusura di un minimo di pressione) in transito tra le 12 GMT e le 18 GMT come ben si vede nella seguente mappa.
NOAA-CIRES: saccatura aperta al suolo (cliccare per ingrandire)
La confluenza tra aria proveniente da W-NW e correnti sudoccidentali precedenti (classico asse di saccatura nei bassi strati), associato ad un notevole aumento della divergenza in quota all'avvicinarsi del core del getto, innesca gli intensi moti verticali su quella zona in una fascia oraria molto favorevole allo sviluppo di attività temporalesca. Tale convergenza al suolo dei flussi da SW con flussi successivi (più freddi postfrontali) da W-NW è da intendersi strettamente sinottica (nella mappa ci sono le isobare e non il vento al suolo): in realtà la componente geostrofica (*) del flusso al suolo avrà generato venti da S o SSE davanti all'asse di saccatura e da W dietro all'asse. Perciò lo sviluppo di supercelle in quell'occasione si è determinato con venti al suolo da S o SSE a cui erano sovrapposte forti correnti da SW in quota: lo shear verticale rimane positivo.
(*) Il vento geostrofico è il vento teorico che si ricava sotto l'azione congiunta della forza di gradiente (spinta generata dal dislivello orizzontale di pressione) e della forza deviante di Coriolis (deviazione di traiettoria provocata dalla forza di Coriolis a sua volta diretta conseguenza della rotazione della Terra intorno al proprio asse): trattasi di un vento parallelo alle isobare che esiste però solo oltre i 1000-1500 m di altitudine, non in prossimità del suolo; qui infatti tutti i corpi in moto debbono fare i conti con la forza di attrito, ovvero con la resistenza opposta al movimento da ostacoli vari disseminati sul terreno. Quindi, in prossimità del suolo il vento non si allinea perfettamente con le isobare, ma le taglia verso sinistra con un angolo di circa 30-45° (a seconda, soprattutto, della dimensione degli ostacoli) sulla terraferma, e di 10-20° sul mare (a seconda dell'altezza delle onde).
Tratto da "Prevedere il tempo con Internet" di Mario Giuliacci, Paolo Corazzon, Andrea Giuliacci. Ed Alpha Test, 2001