AVVISTAMENTO DI TRE TROMBE D'ARIA
(TORNADO MULTIPLE VORTEX)
a cura di Gobbi Alberto
La giornata del 23 giugno 1997 è sicuramente quella che più mi ha colpito durante la mia decennale esperienza da meteoappassionato. Ma prima di descrivervi ciò che successe, mi sembra per lo meno doveroso darvi un'idea di quanto fosse elettrizzante e ricca di nuovi spunti meteorologici la situazione di quel periodo. Il passaggio tra la primavera e l'estate di quell'anno non fu certamente caratterizzato da stabilità: nelle due settimane precedenti all'evento nel mio paese si erano dati appuntamento una decina di temporali anche in piena notte, alcuni dei quali solo "toccata e fuga" provocando in zona anche violente grandinate, mentre altri mi avevano preso in pieno per la mia gioia, come potrete ben immaginare. Una festa, insomma, per uno come me che rischia di passare una notte "in bianco" pur di vedere l'evoluzione completa di un temporale.
La notte precedente al mitico 23 giugno si presentava come tante altre, tipica di una situazione di grande instabilità: nubi sparse mantenevano elevata la temperatura minima provocando solo qualche irrilevante pioggia. Persisteva inoltre una modesta afa associata ad una lieve foschia con bonaccia e verso il mare, intorno mezzanotte, un mio caro amico mi fece notare che si era verificato qualche debole lampo. Non ci feci molto caso e lo salutai per andare a letto col pensiero che all'indomani avrei trovato la solita afa pretemporalesca.
Invece mi alzo di buon mattino per andare a Padova sempre con il mio amico, ma come potevo non accorgermi che qualcosa non andava?
In casi del genere, allora, prendo e vado sopra l'argine destro del fiume Brenta che si trova dietro casa mia, e da lì ho un'ottima visuale a sud e ovest. La visibilità quella mattina era assolutamente eccezionale per il periodo e spirava un insolito fresco vento da sud che generava in me sensazioni indescrivibili: alcune raffiche erano quasi fredde, altre calde, il tutto in un contesto di ottima visibilità irreale con un cielo assolutamente limpido e sereno mentre io, dall'argine, credevo di poter osservare già qualche indizio di temporale. Però, prima di scendere, noto che sempre a sud si erano formati e avanzavano i primi brandelli di cumuli caratterizzati da rapide evoluzioni ed involuzioni, forse anche a causa di quello strano vento che caricava l'aria con una sorta di forza interiore, un qualcosa di potenzialmente imprevedibile.
Era ormai primo pomeriggio quand'ero tornato da Padova. Il vento era girato a levante e lo considerai un fatto normale, ma l'atmosfera si era decisamente instabilizzata: l'attività cumuliforme era diffusa e localmente intensa; il sole compariva a sprazzi, a volte accompagnato da un po' di pioggia.
Verso le 18 ero in giardino per dei lavori con mio padre: ormai il sole era solo un ricordo perchè da SW cominciavo a sentire i primi tuoni e il cielo assumeva una tinta blu scuro, resa ancora più significativa da un'effimera calma di vento. Alle 18,30 era ormai evidente la base del Cb, ma fino a quell'ora non ho mai avuto occasione di vederne la sommità (a causa di altre nubi stratocumuliformi), la quale mi avrebbe fornito maggiori informazioni sullo spostamento, estensione ed intensità del sistema.Ma non aveva molta importanza a quel punto: mentre valutavo la consistenza delle precipitazioni, proprio dritto al viale del giardino ebbi l'immensa fortuna di vedere in diretta la formazione di una tromba d'aria. Ho avuto due, forse tre secondi di blocco psicologico mentre osservavo stupefatto il cono, perfettamente simmetrico, che cominciava a scendere dalla base del Cb. Veramente senza parole, e non per modo di dire. Subito dopo urlai qualcosa a mia madre lì vicino, del tipo: "Varda, xe drio formarse 'na tromba, varda deà". Lei guardò e mi rispose, sorridendo ironicamente: "Ma dai, chea roba là vanti?"...nel frattempo arrivò anche mio padre, ma non comprese in tempo utile quello che stava accadendo.
Io ero agitatissimo a causa di alberi, case, pali della luce che mi avrebbero certamente occultato la tromba: abituato a situazioni concitate come questa, presi la macchina fotografica e le chiavi del cancello e quindi corsi in ciabatte attraversando un boschetto e giungendo così sopra il mio amato argine. Con un fiatone provocato da 100 metri di corsa esasperata, riuscii a scattare una foto al cono, giusto qualche secondo prima che si formasse la tromba vera e propria. Ma non era finita qui: il bosco che avevo appena oltrepassato non mi permetteva di vedere la linea dell'orizzonte!
Indovinate un po'?
Altra supercorsa, stavolta 200 metri buoni, in direzione est lungo l'argine, non senza qualche problema a causa dei mille pensieri che circolavano nella mia mente: Ce la farò? Si formerà la tromba? Se sì, quanto durerà? Stavo anche considerando l'eventualità che qualcuno mi prendesse per pazzo, ma ormai i miei vicini mi conoscono quanto basta per capire certi miei comportamenti, apparentemente svincolati dai normali canoni imposti dalla società...
La mia fatica era stata premiata: verso sud vedo le incredibili evoluzioni di una, due e a volte addirittura tre trombe d'aria che si stavano incrociando e sovrapponendo tra di loro. Uno spettacolo magnifico immortalato da due foto che sono riuscito a scattare nonostante la mia più che comprensibile euforia. Purtroppo, le foto sono risultate essere di scarsa qualità, perchè non disponevo di una macchina con il teleobiettivo. Si vedono dei sottili fili blu poco visibili a causa delle bande di precipitazione.
Le proboscidi avevano lo stesso colore del Cb: un blu scuro che risaltava bene tra le bande che in quel punto fortunatamente non erano molto dense. Per qualche istante, le trombe toccavano anche terra ma non vedevo polveroni o fenomeni simili a causa dell'elevata distanza dal mio punto di osservazione: almeno una decina di km, ma era come se fossi lì vicino, tanto belle ed affascinanti erano: apparivano alla mia vista come dei fili blu che curvavano in una maniera incredibile, si dissolvevano e si riformavano subito. Pazzesco ragazzi!!! I tornadi si manifestarono per circa 4 minuti interessando una porzione molto ristretta del Cb, il quale comunque era veramente di enormi dimensioni. All'incirca, hanno interessato la zona Correzzola-Cavarzere (estremo SE della provincia di Padova).
Nel frattempo il temporale si era unito ad un altro sistema proveniente da Venezia e aveva così accumulato una notevole energia, resa evidente da un susseguirsi continuo ed ininterrotto di tuoni ma con pochi lampi: per 20 minuti neanche un secondo di silenzio, tanto che quasi si faticava a distinguere i tuoni stessi a causa della loro eccezionale frequenza. Mi stavo chiedendo come mai fulmini e saette fossero così rari ed ecco comparire, proprio sopra di me, l'incudine bianco brillante del Cb che risaltava meravigliosamente in mezzo ad altocumuli e stratocumuli più scuri presenti un po' ovunque. Intanto il vento era ancora girato da nord andando incontro al temporale. Questa ulteriore sequenza di eventi mi fece completamente uscire fuori di me: c'era la concreta possibilità che la supercella giungesse nella mia zona!
Sul lato opposto dell'argine c'era un mio amico che stava pescando con suo padre e sua sorella; udendo le mie grida suo padre prese paura, mentre lui salì la scarpata e si avvicinò a me. Così vide le trombe per pochi secondi, giusto il tempo di dire: "belle" e qualche altro commento standard, senza tuttavia esternare un pizzico di emozione nel vedere dal vivo un fenomeno così raro dalle nostre parti che, nella fattispecie, si manifestò per soli 4-5 minuti. Allora, capisco che io sono un super meteoappassionato, però...è proprio vero: sono poche ma buone quelle persone che sanno veramente apprezzare i fenomeni atmosferici.
Chiudo con questa piccola critica il mio racconto e vi dico che al termine della giornata la supercella si era dissolta sul posto. Al tramonto resisteva solo un piccolo addensamento con delle virga e qualche tuono soffocato a ricordarmi l'eccezionalità di un temporale indimenticabile, anche se questo non ha voluto onorarmi con una sua visita.