Supercella sulla pianura lombardo-emiliana
del 20 giugno 2004
a cura di Gobbi Alberto e Roberto Paparella
Questo articolo si occuperà dell'analisi integrata di un violento temporale, probabilmente a supercella, che ha interessato la pianura lombarda ed emiliana nel pomeriggio di domenica 20 giugno 2004.
Situazione sinottica
Topografia di geopotenziale a 500 hPa
Dalla mappa GFS di seguito proposta, riferita alle 00Z del 20 giugno, è ben evidente una saccatura che dalla Scandinavia si protende fin sul Mediterraneo centrale con valori termici e di geopotenziale nella media troposfera di tutto rispetto considerato il periodo.
Questo zoom sull'Italia (BOLAM), riferito alle ore 14 italiane, mostra l'asse di saccatura in quota che sta transitando sul NW italiano. In quota è entrata aria molto fredda: alle 12Z, a 5500 m di quota (500 mb), si registravano temperature nell'ordine dei -19°C (Cuneo e Milano).
Viste le correnti a curvatura nettamente ciclonica sulla Pianura Padana occidentale, la vorticità è ovviamente positiva e ciò favorisce moti verticali ascendenti con la costituzione di imponenti strutture termoconvettive.
Le correnti a 500 mb (level guide) provengono dal quadrante sudoccidentale, quindi anche i cumulonembi si muovono in tal senso.
Situazione al suolo
Osservando sempre la mappa GFS sopra, si nota al suolo un minimo dinamico di 1005 mb che interessa l'Italia centro-settentrionale, dato dall'elevata baroclinicità della struttura, sintomo questo di vivaci contrasti termodinamici sopra la Pianura Padana. Da questa BOLAM si vede come il minimo dinamico riesca ad orientare i venti al suolo dal quadrante E-SE sulla pianura lombardo-emiliana con fenomeni di convergenza tra questi venti più umidi e quelli più secchi appenninici in discesa da SW.
Ne nasce così la più classica delle situazioni ovvero quella del wind shear positivo: venti al suolo sud-orientali, sud-occidentali nella media troposfera e occidentali in alta troposfera favoriscono moti ascendenti, il tutto come visto associato a significativa avvezione fredda in quota. Quest'ultima ha abbassato il livello di wet-bulb zero fin sui 2550 m (Milano 06Z), una quota di dew point nullo che testimonia condizioni molto favorevoli a grandinate su vaste aree. L'indice di umidità (che tiene conto del contenuto di vapor acqueo a 850, 700 e 500 mb) è molto elevato, pari all'85% (06Z): sicuramente ciò si è rivelato un fattore determinante per intensità ed estensione dei fenomeni temporaleschi.
Lo Storm Relative Helicity (SRH) alle 06Z era pari a 105 m2/s2 con un valore di Energy Helicity Index (EI) di 0.24, quindi condizioni almeno non sfavorevoli all'innesco di updraft rotanti. In ogni caso non sono stati segnalati tornado. In alta quota la sonda milanese ha registrato 57 nodi a 275 hPa (9700 m, 12Z), un valore non particolarmente elevato poichè il core della Jet Stream si collocava tra Corsica e Toscana. Questo probabilmente (e fortunatamente) ha impedito la genesi di fenomeni ancor più violenti di quelli che ora andremo ad analizzare.
Testimonianza e foto a cura di Roberto Paparella da Garlasco (PV)
Dopo il temporale prefrontale che sabato sera verso le 18:00 aveva interessato la mia zona con acqua e qualche piccolo chicco di grandine portando un accumulo pluviometrico di 10 mm, non immaginavo che la mattina seguente avrei assistito ad un fenomeno come quello che vi sto per descrivere.
La mattina di domenica 20/06/04, dopo essermi svegliato e aver fatto colazione, notai guardando fuori dalla finestra che nel cielo azzurro c'era già qualche cumulo congesto sulla mia mia verticale, molto sviluppato in altezza e dalla base grigia segno evidente dell'entrata di aria fredda in quota.
Erano appena passate le 9:00, guardai la temperatura che il sensore della mia Oregon misurava da dentro la capannina del giardino ad est e notai che c'erano poco più di 20°C con un buon 60% di umidità relativa. Andai in camera e mi collegai in rete per verificare meglio la situazione: alcune mappe che avevo visto la sera prima davano il passaggio di un fronte freddo preceduto da correnti da sud-ovest in quota sulla Pianura Padana e a dir la verità il passaggio del fronte doveva essere già avvenuto; questo già mi faceva pensare che qualcosa non stava andando come da previsione; dal radar notai che c'erano molti nuclei anche se modesti accesi sulla parte nord di Milano.
Andai a studiare visto che nei giorni seguenti dovevo dare un esame, non spensi il computer e verso le 10:00 riguardai il radar, notai subito che si erano accesi alcuni nuclei anche sul vercellese e novarese che tendevano ad interessare la parte più a sud della pianura intensificandosi. Pensai subito che era questione di qualche ora prima di un peggioramento temporalesco sulla mia zona. Decisi comunque che era meglio riprendere lo studio, e cosi feci.
Verso le 11:00 cominciai a sentir qualche debole tuono, all'inizio non ci feci molto caso ma con il passare dei minuti notai come il brontolio dei tuoni era diventato praticamente incessante, continuo senza una pausa, così decisi di smettere di studiare per vedere cosa stava succedendo. Guardai fuori dalla finestra della mia camera che si affaccia ad ovest ma non riuscivo a scorgere nessuna incudine del temporale a causa di altri cumuli che offuscavano il cielo l'aria era calma, ad est il cielo era ancora quasi del tutto sereno tranne qualche cumulo mediocris e cosi il sole aveva avuto tempo di riscaldare ulteriormente l'aria notai che la temperatura e l'umidità si erano alzati, c'erano 25°C con il 70% di umidità.
Erano appena passate le 11:00, riguardai il radar per cercare di capire meglio la situazione e la sensazione di aver vicino un forte temporale fu confermata immediatamente, dall'animazione del radar si notava l'esplosione di una cella sul vercellese con comparsa di un nucleo a fondoscala precipitativo nel suo centro avente direzione di spostamento NW-SE, direzione molto sospetta perché non conforme alla direzione di spostamento degli altri temporali che evidenziava il radar. Di solito i temporali forti nella mia zona non arrivano da nord-ovest, non si trattava del classico allungamento della cella verso Sud nella sua avanzata verso est; quella era proprio la direzione del temporale e il nucleo a fondoscala sembrava puntarmi.
Non persi più tempo, presi la macchina fotografica digitale e con l'auto mi portai in una zona di campagna più a sud (circa due km a sud da casa mia) da dove si poteva avere un ottima visuale. Appena arrivato al punto di osservazione mi fermai, scesi dall'auto e sentii sulla pelle un leggero venticello provenire da sud: notai praticamente un fronte di nubi compatte da ovest a nord-ovest di colore blu notte che stava avanzando; a sud si erano formati dei cumuli, ad est invece il cielo continuava a restare sereno e solo più in lontananza si riusciva a scorgere qualche cumulo congesto.
Il brontolio dei tuoni andava avanti incessante, non si vedeva nessuna fulminazione, mi guardai intorno e finalmente tra le nubi riuscii a intravedere i bordi dell'incudine del temporale, io ci ero già sotto, i contorni erano molto netti e scuri ma non riuscii a vedere la presenza di knuckles (mi rammarico molto di non avere fatto foto a riguardo, è stato uno sbaglio).
Ripresi la mia attenzione sulla parte W-NW del sistema e dopo aver fatto qualche foto mi accorsi di un altro particolare da annotare: le nubi a sud venivano verso di me, sopra la mia verticale andavano praticamante a nord e a nord invece sembravano virare verso nord-ovest...in fondo dietro alla parte scura si cominciava a vedere qualche cosa che stava cambiando, si intravedeva quel colore del cielo tipico della tempesta, che prelude a forti fenomeni e che allo stesso tempo inquieta.
Pochi minuti dopo ad ovest iniziai a distinguere una shelf cloud ben formata con sotto dei fractus che si muovevano molto velocemente, a nord-ovest invece si vedevano benissimo delle virghe grandinigene compatte che si prolungavano fino ad ovest sotto parte della shelf; le virghe a nord-ovest però si attenuano con il passare dei minuti tanto che penso "il temporale forse sfila a sud-est" e invece qualcosa stava per cambiare il Cb, che proveniva in modo deciso da nord-ovest, prende una direzione più da ovest a est e difatti la shelf pian piano avanza proprio da ovest verso di me senza piegare a sud-est come avevo pensato.
Proprio in questi istanti riesco a vedere come la shelf abbia cambiato forma e non sia più la classica nube a mensola. Noto due particolari che mi lasciano perplesso: la prima è che la nube è come se restasse incollata alla base del cumulonembo, non si porta avanti come nel caso della shelf cloud, il secondo è l'allungamento sospetto della nube verso il basso nella parte nord come a formare una coda nella parte dove avvenivano le precipitazioni. A sud di essa invece dei fractus procedevano verso la nube andandogli incontro; era impressionante vederla, faceva paura la nube era veramente bassa, e soprattutto la coda non so a quanti metri da terra sia arrivata in alcuni momenti.
La situazione era veramente adrenalinica ma avevo anche un po' di paura, come se temessi la formazione di un cono di tromba d'aria scendere dalla base di quella nube. Improvvisamente, sento distintamente il vento cambiare direzione, non proviene più da sud ma di colpo inizia a soffiare dritto verso il temporale, inoltre è freddo rispetto a prima, penso: "il sistema richiama a sè una parte della corrente di outflow, mi ritorna in mente il roteare delle nubi "; faccio ancora qualche foto e decido di tornare a casa per ripararmi.
Appena arrivato metto al riparo l'auto, dico a mia madre di mettere al riparo i vasi dei fiori, faccio ancora due/tre foto dalla mia camera alla base del Cb e alla inquietante nube che anche se più piccola si stagliava ancora nel cielo poco a sud di casa mia dietro la villa che mi sta di fronte; ad un tratto si iniziano a sentire dei colpi sul tetto. Sono le 12:20. La seguente foto mostra i rovesci di grandine in discesa dalla base del Cb.
L'atmosfera fuori è sinistra, davanti a me sotto la base del Cb il cielo è verdognolo ad un tratto iniziano a cadere chicchi grossi come noci, il rumore prodotto sulle tettoie è tale da risultare inquietante, pensate che si udivano i colpi dati dalla grandine in lontananza; tutto ciò dura circa 4/5 minuti, dopodichè per pochi istanti tutto si ferma e nell'aria resterà solo una debolissa pioggerella resa nebulizzata dalla comparsa di qualche debole raffica di vento ma saranno questioni di pochissimi secondi prima che dal cielo inizi a cadere un'autentica sassaiola la grandine secca delle dimensione medie di 2/3 cm di diametro inizia a martellare il tetto e le mura di casa e nonostante non ci siano raffiche di vento fuori la visibilità scende a pochi metri.
La grandine veniva giù quasi in verticale ma era tanta; alcuni chicchi dovevano essere proprio grandi, erano come delle autentiche sassate lanciate con violenza sul tetto, facevano paura, avevo il timore che si rompessero i vetri delle finestre .dall'abbaino comincia a grondare acqua da tutte le parti, e come se piovesse, in pratica da camera mia al corridoio che conduce al bagno c'era 1 cm d'acqua sul pavimento.
Il rumore della grandinata è assordante, bisogna urlare per cercare di farsi capire; il tutto continua per 20 minuti con la dimensione dei chicchi che diventa via via più piccola dell'ordine di quasi 1 cm di diametro. Le strade erano praticamente diventate dei fiumi di grandine che scorrevano fino ai tombini, questo fece otturare i condotti di scolo e la grandine in parte sciogliendosi provocò dei piccoli allagamenti a molti scantinati e cantine come è successo al mio e a quello dei miei vicini.
Al termine della grandinata fuori il paesaggio è irreale, sembrava fosse nevicato ma in realtà era tutta grandine, ce n'era qualche cm per terra, la corrente elettrica mancava e fuori si sentivano le sirene dei pompieri già in azione. Alcune automobili hanno avuto ammaccature serie alla carrozzeria; ad Alagna, un paese che si trova circa 4 km a sud di Garlasco, la grandine ha colpito con maggior violenza sfondando anche i vetri di qualche automobile; appena a nord di Garlasco invece la meteora sembra aver colpito con minor violenza.
Il temporale, formatosi sul vercellese, ha colpito pesantemente prima Mortara, Tromello, poi Garlasco, quindi ha continuato la sua corsa continuando a scaricare ingenti quantità di grandine fino a Cava Manara. Dal radar presenza continua di nuclei a fondoscala fino al piacentino.
Il quantitativo pluviometrico totale di questo temporale, forse a supercella, è stato di 35 mm, la temperatura a inizio evento è stata di 25°C con il 70% di umidità relativa mentre al termine la temperatura era di 13.5°C con il 90% di umidità relativa. Fino alle 14:00 il tempo non migliorerà completamente, anzi un altro temporale passerà a sud senza produrre una goccia d'acqua dopodichè rasserenerà completamente.
Le foto sopra della shelf cloud scattate da Roberto denotano l'imponente struttura del sistema temporalesco; la particolare formazione di cui si parla nella testimonianza è stata fotografata anche da Fabio Giordano da Pavia ed è proposta qui sotto. Si tratta quasi certamente di una grossa "inflow tail" anche se non può essere esclusa del tutto l'ipotesi della wall cloud. In entrambi i casi il rischio di tornado non era certamente trascurabile.
Analisi immagini satellitari e radar in modalità precipitazione
Satellite visibile ore 9,30-10,00-10,30-11,00 UTC
Radar svizzero: probabile eco ad uncino nella scansione delle 11.20 italiane
Scansione radar Gattatico + San Pietro Capofiume: da sx a dx e dall'alto in basso scansioni dalle ore 9,12 UTC alle 12,12 UTC intervallate di 30'
Possibile inflow notch nella scansione 10,12 UTC
Il fatto che il nucleo a "fondoscala" della tempesta si sia mantenuto integro e praticamente unico per un paio d'ore lascia pensare ad un sistema a supercella. Il radar svizzero avvalora in tal senso l'ipotesi mostrando un evidente eco ad uncino. Tuttavia solo il radar doppler poteva darci la sicurezza di movimenti rotatori all'interno dell'enorme cella temporalesca.
In conclusione, considerato tutto nell'insieme, ritengo molto probabile che il 20 giugno il pavese sia stato colpito da una supercella.