Squall line attraversa la Sardegna, nubifragio a Cagliari
del 15 giugno 2010
a cura di Matteo Tidili
Nel primo pomeriggio un violento sistema temporalesco, associato ad una linea di groppo in spostamento dal canale di Sardegna direzione SSW-NNE, investe il capoluogo sardo arrecando allagamenti di case, scantinati, chiusure di strade, innumerevoli interventi dei vigili del fuoco e l’evacuazione di alcune abitazioni dell’hinterland. Esso è stato preceduto da formazioni nuvolose di rara bellezza e che non sempre si fanno ammirare a Cagliari in questo periodo, specialmente se associate a fenomenologia di tipo frontale. Inizialmente i primi lampi e tuoni in lontananza verso il mare a sud ovest accompagnati da veloci fractus in spostamento verso il nucleo centrale, indice questo di forti correnti di inflow in grado di aspirare aria caldo umida anche parecchi chilometri avanti al temporale, col passare dei minuti i primi fulmini nube terra, poi una maestosa e leggermente incurvata shelf cloud (stadio di particolare attività della squall line in possibile evoluzione a bow echo come si vedrà più avanti dalle scansioni radar), la whale’s mouth, turbolenze facilmente tradite da questa formazione nuvolosa notata al passaggio della shelf, l’area delle precipitazioni caratterizzata da riflessi verdastri per la presenza tra i fenomeni della grandine ed infine la maestosa potenza della natura: forti downdrafts di maestrale con raffiche che localmente hanno toccato i 100 km/h, visibilità scarsissima, gocce dal diametro centimetrico e veloci fractus che stavolta si allontanano dall’area delle precipitazioni spinti dalle correnti in uscita. Tra le 16 e le 17 si è registrata la massima intensità e spettacolarità del fenomeno che ha poi lasciato spazio ad un'atmosfera limpidissima e ad un notevole calo termico stimabile sui 7°C/9°C.
Il quadro sinottico generale europeo vede un’alta pressione dinamica e piuttosto robusta estesa dall’Atlantico centro orientale verso le isole britanniche ed i settori più occidentali della penisola scandinava. Sul suo bordo meridionale scorre un canale di aria fredda che va a gettarsi sul Mediterraneo occidentale generando in risposta una bassa pressione nord africana, più tipica dei periodi autunnali ed invernali piuttosto che di metà giugno. Da notare la curvatura delle isoipse in prossimità del sud della Sardegna proprio per le ore pomeridiane in grado di apportare a quella quota un notevole trasporto di vorticità e di mettere ancora di più in stretto contatto masse d’aria fredda e masse d’aria caldo umida in risalita da sud est.
Per quanto riguarda la situazione a 200 hPa, si nota la notevole ferita che va aprendosi nel Mediterraneo con il getto polare in sfondamento anomalo lungo i meridiani, sin verso le coste nord africane occidentali. Un'intensificazione, core, del getto si muove lungo il ramo ascensionale di tale saccatura con i massimi di velocità, fino a 80 nodi, nel canale di Sardegna. Più a nord, sull’isola, le isoipse tendono ad aprirsi venendo meno la forza di gradiente e facendo prevalere quella deviante di Coriolis. Tale suddetta zona è appunto interessata, per tale motivo, da una forte divergenza in quota. Tale deficit viene recuperato attraverso il richiamo d’aria dai bassi strati.
Infatti al suolo siamo in presenza di una linea di convergenza a sud ovest della Sardegna, zona appunto che ha visto nascere la linea temporalesca. Convergenza indotta anche dalla presenza di un minimo secondario a sud del golfo di Cagliari, elemento questo di notevole importanza che ha consentito un notevole afflusso di calore e umidità specifica nei bassi strati. Tale circolazione ha inoltre permesso il mantenimento di velocità dei venti al suolo moderate, fattore che è importante per lo sviluppo di uno shear intenso nei bassi strati.
Notevole inoltre l’avvezione di umidità specifica alla quota di 700 hPa come si può vedere dalla carta sotto, supportata da intense correnti da sud che, come vedremo dopo, hanno accentuato il wind shear verticale positivo.
Tornando allo scacchiere sinottico europeo è particolarmente didattica l’immagine sat che mostra la goccia fredda, con relativo fronte freddo in prossimità delle Isole Baleari, la cui spinta verso sud est determina la formazione di una linea d’instabilità in seno al richiamo caldo, alimentata come abbiamo visto prima dal minimo secondario non visibile in questa immagine.
Ulteriori conferme circa quanto appena detto arrivano dalla carta al suolo in cui è evidenziata la linea di instabilità in transito verso la Sardegna la quale trova un terreno particolarmente fertile all’insorgenza di attività convettiva a causa del precedente passaggio, la notte prima, di un fronte caldo che ha consentito l’accumulo di aria caldo umida nei bassi strati. Inoltre va detto che l’umidità si è conservata nei primi 800/1000 metri nel giro di una settimana a causa dei vari impulsi umidi nord africani che hanno investito a più riprese la Sardegna dovuti ad una configurazione sinottica bloccata che vedeva una circolazione ciclonica stazionaria nel comparto europeo occidentale. In seno a questa configurazione, primi temporali prefrontali, indotti dal forte gradiente termico tra la penisola iberica e la Sardegna, hanno abbordato le coste meridionali sarde nella notte tra il 12 ed il 13.
L’accumulo energetico nei bassi strati è stato favorito, come si vede sotto, dalla formazione di un inversione termica che è rimasta ben strutturata per alcuni giorni isolando gli strati prossimi al suolo da quelli in quota. Notevole il valore di precipitable water a 36,28, il wind shear verticale sia in direzione che velocità quantificato con il valore di 46,43 nodi tra 0-6 km, lo sweat index prossimo a 200, e il K index prossimo a 31. In definitiva, però, ha giocato un ruolo preminente la formazione di una spessa pellicola umida tra il suolo e 800 metri circa.
Nell’immagine sat sotto è ben visibile la linea temporalesca, con il suo settore orientale in azione nel cagliaritano. Rimangono isolati dalla fenomenologia i settori sud orientali dell’isola che vedono però figliare piccole celle indotte dagli outflow del sistema.
Nella scansione radar che segue si mostra l’evoluzione della linea dei groppi da squall line con andamento lineare, tipico della sua fase giovanile fin quasi a bow echo, con andamento leggermente arcuato.
A seguire alcune foto immediatamente dopo il temporale.