REPORTAGE DEL 7 LUGLIO 2001

SUPERCELLA NEL VENETO

a cura di Gobbi Alberto

Nella stessa giornata in cui la Lombardia è stata scossa da un forte tornado classificato come un F3, anche il Veneto ha vissuto il passaggio di una supercella di rara intensità, i cui effetti si sono manifestati in maniera assai decisa proprio nella mia zona, cioè nelle province di Padova e Venezia.

SABATO, 7 LUGLIO 2001: conscio dell'intenso peggioramento previsto, mi alzo di buon mattino per controllare dal vivo la situazione alla ricerca di qualche indizio. La levataccia ha avuto i suoi frutti, perchè alle 4,50 noto degli altocumuli che da S/SW muovono verso levante passando allo zenit lungo una ristretta striscia di cielo. Poi tutto ritorna come prima con il cielo sereno, ma comincia già a farsi sentire l'afa pretemporalesca.

Fino alle 10 non vedo neppure un cirro, e ciò mi deprime parecchio, ma ben presto spuntano con incredibile velocità cumuli medi un po' ovunque che evolveranno in cumuli congesti verso N e NE. Il vento si mantiene sempre molto debole da est. Arrivano ormai le 13, e verso il mare vedo un congesto più grosso degli altri con protuberanze sommitali ben visibili nonostante il cielo un po' fosco. Questo annuvolamento si sta intensificando assai velocemente ma scorre parallelo alla costa adriatica. E' il sentore del peggioramento. Ecco la foto del congesto in questione fotografato alle ore 14 verso E/NE, che mostra anche un particolare molto interessante e difficilmente osservabile.

Congesto sulla costa adriatica con un raro episodio di fibrillazione sulla sinistra della foto

Questo particolare, descritto per la prima volta dalla scuola meteorologica britannica ha una durata di pochi secondi ed è chiamato fibrillazione: tale fenomeno dà l'esatto timing dell'inizio del ghiacciamento della nube e l'inizio delle precipitazioni. In seno ad un cumulo congesto che tenda ad evolvere in cumulonembo senza incudine (Cb calvus) il ghiacciamento produce un'ulteriore spinta ascensionale dell'aria (calore latente che aumenta nel passaggio di stato acqua-ghiaccio o vapore-ghiaccio); tale spinta o impulso può proiettare dei piccoli ciuffi di nuvola, ancora liquida, al di fuori della sommità del congesto, dando l'effetto di una piccola deflagrazione. Questi ciuffi perciò si presentano solo alla sommità del congesto, quindi nella foto i ciuffi sulla sinistra appartengono a cumuli congesti sottostanti al congesto in primo piano, ma sempre di fibrillazione si tratta.

Finchè questo interessante congesto si allontanava verso Venezia, sopra di me compaiono praticamente dal nulla pezzi di incudine in movimento da S/SW a N/NE, in parte nascosti da altri cumuli che poi scopro essere appartenenti a un temporale sviluppatosi con incredibile celerità a S e SW. E' il momento in cui noto a W la supercella, ancora poco visibile per l'elevata distanza: circa 50 km, ma si distingue la parete nel suo lato sud. Il vento è praticamente assente e c'è un'afa fin troppo avvertibile. Registro una max di 30°C con il 61% di umidità relativa, la pressione scende molto lentamente fino ad un minimo di 1009,5 mb.

Il temporale da S-SW si fa notare con tuoni deboli ma frequenti: il cielo si fa scuro e l'incudine ha ormai ricoperto buona parte del cielo, mentre a NE il congesto della foto precedente è ormai evoluto in cumulonembo ad incudine (Cb incus) di moderata intensità, anch'esso con qualche tuono e in procinto di allontanarsi su Venezia senza quindi interessarmi. Sono questi i minuti in cui aumenta il contrasto tra il cielo scuro sopra il mio paese e la supercella che procede spedita da SW a NE. Ecco la foto, davvero bella e istruttiva a mio modesto parere, scattata pochi minuti prima (alle ore 15) che iniziasse a piovere per l'altro temporale.

Supercella in avanzata dalla ValPadana con annessa flanking line

Confrontate la foto sopra con questo schema per meglio comprendere la struttura di una supercella

Cominciamo però con il temporale da S-SW per poi parlare della supercella. Questo temporale proveniva dal rodigino, dove ha creato anche qualche fenomeno vorticoso come riporterà il Gazzettino del giorno seguente: "Tanta paura ma pochi danni per la tromba d'aria che nel primo pomeriggio di ieri si è abbattuta sul Polesine. Una ventina gli interventi eseguiti dai vigili del fuoco. La zona più colpita è stata quella a ovest di Rovigo, da Grignano a Lendinara quindi a Badia. Qualche albero abbattuto ed una impalcatura rovesciata, questi i danni maggiori". Insomma, nulla di rilevante ma sempre di tromba d'aria si parla. Da me sono caduti 7 mm sottoforma di moderati rovesci con vento teso da est, per poi schiarire rapidamente a partire da occidente.

Passando alla supercella, esaminiamo la foto sopra: si nota molto bene la bianchissima incudine di questo temporale mesociclonico e si vedono altrettanto distintamente dei cumuli congesti giallognoli a sinistra rispetto alla supercella: è la cosiddetta flanking line, una linea di congesti che spesso è disposta secondo una direttrice SW-NE e che si muove verso la cellula principale, così i congesti appaiono come "aspirati" dalla supercella. La flanking line si forma quando aria caldo-umida viene sparata in alto dall'aria più fredda (outflow) in seno al sistema temporalesco, generando appunto congesti risucchiati dal mesociclone della cellula principale più a NE, alimentandola. Nuovi congesti e Cb calvus si formeranno di preferenza lungo la linea di discontinuità frontale (cioè ai lati rispetto alla direzione d'avanzamento) ove ancora vengono a contatto masse d'aria con caratteristiche termoigrometriche diverse.

Sempre nella foto sopra, le nubi scure che nascondono in parte l'incudine della supercella sono originate dall'altro temporale da S: si tratta di nubi del tipo stratocumuli e fractocumuli, i quali hanno occultato una probabile cupola al di sopra dell'incudine supercellare (cupola che non ho visto).

Supercella del 7 luglio 2001 ore 12.30 UTC sul padovano con evidente eco ad uncino
Mappa radar di riflettività fornita dal Centro Meteorologico di Teolo (PD) - ARPA Veneto

Supercella del 7 luglio 2001 ore 12.30 UTC sul padovano con la traccia Doppler (indicata dal cerchio bianco, sulla stessa area dell'eco ad uncino) che conferma la rotazione all'interno del cumulonembo
Mappa radar fornita dal Centro Meteorologico di Teolo (PD) - ARPA Veneto

In quest'altra foto, scattata qualche minuto dopo la precedente, si vede bene la sommità della supercella e il congesto in rapido sviluppo (sempre sulla sinistra) della succitata flanking line.

Sommità della supercella e del congesto più grosso appartenente alla flanking line

Personalmente non ho mai visto un cumulonembo così intenso, e non mi sono sbagliato, visti gli effetti di questa supercella. Quanto segue è tratto dal "Gazzettino di Padova" del giorno dopo, di cui riporto le frasi più significative: "Tutto è avvenuto in pochi minuti. Ieri pomeriggio alle 15,30 il vento ha cominciato a soffiare sempre più forte e si è trasformato in una vera e propria tromba d'aria. L'evento atmosferico, che ha pochi precedenti nella nostra provincia, si è abbattuto con estrema violenza nell'alta padovana scoperchiando case, abbattendo alberi e pali della luce e rovinando in parte i raccolti di mais, soprattutto a Trebaseleghe e Massanzago. A Bronzola di Campodarsego un cipresso è caduto sul cimitero. Il vento è stato fortissimo anche a Cadoneghe. I danni non sono quantificabili ma già si sa che ammontano ad alcuni miliardi di lire [...]. La tromba d'aria ha gravemente danneggiato gli impianti sportivi del comune, i tetti di alcune abitazioni e persino una banca. Un vero disastro che spingerà il sindaco Flavio Frasson a chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale: si sono spezzate le vetrate della palestra di santa Eufemia -racconta- ed il tetto degli impianti sportivi del capoluogo in parte è volato via. Pezzi del tetto della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo in via Roma hanno roteato in cielo e sono precipitati sulle abitazioni, attorcigliandosi fra le recinzioni e i pali della luce. Abitazioni danneggiate. Rotti i comignoli di parecchie case. Alberi spezzati e semafori in tilt [...]. A Pieve di Curtarolo un albero alto una quarantina di metri si è abbattuto ieri pomeriggio all'interno del cortile di un'abitazione schiacciando completamente un furgone ed il ripostiglio situato nelle adiacenze della casa". Credo che classificare questo tornado come un F2 non sia azzardato.

 

"La nuova Venezia" riporta altri danni provocati da un probabile tornado a Santa Maria di Sala, nell'alto veneziano: "Alberi sradicati in mezzo alla strada, cartelloni pubblicitari abbattuti o sventrati, staccionate e guardrail piegati, tegole staccate dalle case, automobili ammaccate da grossi chicchi di grandine. Una tromba d'aria si è abbattuta ieri pomeriggio verso le 15,30 a S. Maria di Sala provocando fortunatamente più paura che danni. Non si registrano feriti, ma i vigili del fuoco di Mestre hanno avuto un bel daffare per togliere dalla strada grossi rami e interi alberi sradicati da violentissime raffiche di vento, superiori a 100 km/h [...]. Si sono registrati danni anche alle case, dalle quali si sono staccate alcune tegole dal tetto".

Manuel Busetto segnalava violente grandinate con chicchi di 4-5 cm a Scorzè (VE), mentre Flavio Tolin da Padova Centro notava l'evidente moto antiorario della base del mesociclone che fortunatamente non ha interessato la sua zona.
Ancora il "Gazzettino" riporta danni, provocati presumibilmente dalla stessa supercella vista l'ora e la direttrice SW-NE, nella zona di Portogruaro, sempre nell'alto veneziano: "Una casa scoperchiata e una strage di alberi sono il bilancio, ancora parziale, del fortunale abbattutosi ieri pomeriggio, verso le 16,30, a San Stino di Livenza [...]. Un albero, cadendo, ha spezzato la linea elettrica e telefonica: il colpo di frusta del cavo d'acciaio della Telecom ha frantumato il parabrezza di un autocarro di passaggio Fiat 65, lasciando fortunatamente illeso il conducente". L'articolo riporta anche l'abbattimento di numerosi ippocastani.
Questi sono stati gli effetti della supercella presa in esame, la quale non ha interessato il mio paese mantenendosi a NW per una ventina di km, non più.

 

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